Maiale in taccula

Come ogni anno, l’ultima domenica di agosto, la popolazione mogorese si ritrova in località Cracaxia, nell’agro del paese, per la consueta Sagra del maiale in taccula, che diffonde nell’aria profumi e sapori di una volta.

Il re della tavola imbandita è su proceddu, accompagnato da un buon bicchiere di vino tipico ed un grappolo della gustosa uva da tavola di produzione locale.

Ad allietare la serata di tutti i visitatori accorsi sarà lo spettacolo di intrattenimento previsto ed organizzato dall’ Associazione Pò Moguru e Craccaxia o.n.l.u.s., che da anni si occupa della valorizzazione della festa campestre di Santa Maria Cracaxia, nella quale la sagra è inserita.

Il maiale in taccula è una specialità stagionale della tradizione culinaria mogorese, semplice da preparare ma, allo stesso tempo, profumata e gustosa, poiché servita su un vassoio di sughero, chiamato moitza, e insaporita dalle foglie e dai frutti del mirto selvatico che abbonda sugli altipiani isolani dalla fine dell’estate all’autunno inoltrato.

E, semmai vi venisse voglia di cimentarvi nella sua preparazione, eccovi la ricetta:

 

Ingredienti

  • Maialino sardo da latte dal peso di 9-10 kg o più grande
  • Mirto selvatico, cosiddetto muta (rametti freschi con foglie e bacche)
  • Sale q.b.

Preparazione

Tagliare in pezzi uniformi il maialetto e disporlo in una pentola capiente con l’aggiunta di rametti di mirto, coprendo il tutto con acqua fredda e sale q.b.
Mettere la pentola sul fornello e lasciar andare a fuoco basso per circa due ore finché la carne non sarà bollita (far attenzione a non cuocere più del dovuto, la carne dovrà, infatti, essere soda e non sfaldarsi).

A cottura ultimata, disporre i pezzi del maiale in un canovaccio, salarli da tutti i lati e coprirli con i rametti di mirto. Una volta intiepiditi, avvolgerli completamente nel canovaccio, riporli nuovamente nella casseruola vuota, coprendoli con un coperchio. Lasciarli riposare per circa 24 ore. Servire il maiale su di un vassoio in sughero, la cosiddetta moitza, ricoperto da rametti freschi di mirto.